La galleria d’arte di ultrablu
La galleria d’arte promuove gli artisti ultrablu sul mercato contemporaneo e intesse relazioni con altre realtà e istituzioni.
L’obiettivo è stimolare la circolazione di opere degli autori dello spettro (e non solo) che, almeno nel contesto romano, godono di una timida diffusione, non essendovi spazi storici, strutturati e networks già costituiti – all’estero, invece, già floridi.
Moltiplicando occasioni di contatto e fruizione, ultrablu permette di scoprire e approfondire la dimensione della neurodivergenza, di visionare e acquistare opere eterogenee (dalle arti visive, performative e digitali), rafforzando così una comunità di collezionisti che riconosce e sostiene la mission di ultrablu: incentivare l’autonomia e l’autodeterminazione degli artisti, valorizzando la specificità degli sguardi neurodivergenti sul mondo.
Spazio espositivo e mostre
Tramite la sinergia tra atelier, ricerca curatoriale e galleria, ultrablu organizza mostre ed eventi che danno risonanza ai percorsi artistici della propria comunità e di chi vi orbita, aprendosi al territorio e a un pubblico di curiosi e specialisti. Lo spazio espositivo ospita mostre personali, collettive e progetti sia di artisti che operano all’interno dello studio che di collaboratori esterni.
L’allestimento, oltre lo stile del white cube, è contaminato anche dalla vicinanza fisica e concettuale della libreria ultrablu, con cui si attivano iniziative tra arte ed editoria per creare percorsi interdisciplinari.
Con l’apporto della casa editrice ultrablu, i progetti autoriali ed espositivi trovano forma anche in pubblicazioni e cataloghi, che diventano strumenti per reinterpretare su carta e in digitale le attività di cui l’associazione si fa promotrice.



La visione curatoriale
ultrablu valorizza e sostiene la ricerca artistica. Un team di storiche dell’arte e curatrici segue le attività dell’atelier da vicino, con una metodologia che mette in risalto la relazionalità e il dialogo diretto con gli autori all’interno dello spazio.
La prospettiva curatoriale si interroga sulle etichette di “Art brut” e “Outsider Art” – storicamente utilizzate per definire artisti con diagnosi e fuori dagli schemi convenzionali – non rigettandone i significati, ma problematizzandone le connotazioni culturali alla luce del XXI secolo.
Alla marginalità si preferisce la soglia: non un centro (la neurotipia) che guarda a margine (la neurodivergenza), ma una linea attraversabile in entrambi i sensi, un passaggio solubile e osmotico. Dall’archivio, dalle opere e dalle ricerche in corso si immaginano itinerari monografici, trans-autoriali, tematici; si elaborano collettivamente narrazioni, chiavi di lettura, discorsi mirati ad approfondire le singole pratiche così come a contestualizzare gli autori nell’ambito del più ampio panorama dell’arte contemporanea.
→ disegno di Tommaso Bonini

Oltre al percorso curatoriale d’atelier, ultrablu intesse affinità e avvia collaborazioni con l’esterno. Si elaborano appositi e nuovi progetti tra membri interni e artisti nazionali e internazionali, che nascono da un’interazione concettuale e operativa tra i soggetti, privilegiando un approccio laboratoriale, processuale e relazionale. Si guarda alla scena creativa indipendente così come alle sedi istituzionali. Il fine è di intrecciare e dare espressione alle diversità, alle visioni neurodivergenti e neurotipiche, innescando ulteriori e possibili sguardi sul mondo.
