La narrazione sviluppa le avventure di Camillo, un (anti)eroe poco credibile, di oltre trent’anni e disoccupato, ingaggiato dal Vaticano per ritrovare Papa Francesco, rovinosamente smarrito.
Gli echi della pellicola di Nanni Moretti, delle romantiche vacanze di Audrey Hepburn o ancora delle indagini introspettive più catastrofiche sono tuttavia disattesi in modo immediato. Le scene scorrono veloci tra le pagine e il lettore comprende subito i veri protagonisti dell’opera. La città eterna, infatti, con i suoi luoghi più iconici, i suoi abitanti, suoni e odori pungenti è immortalata tra le pagine, le quali riescono a trasmettere il brusio sensoriale che contraddistingue l’ambiente urbano della Capitale. Le avventure che le figure coinvolte nella trama sono costrette ad affrontare (o anche solo ipotizzare) si muovono frenetiche tra le linee dei mezzi pubblici e gli snodi delle stazioni, che si rivelano teatri di prove paradossalmente catartiche. Il ritmo caotico della narrazione si intreccia con delle cartoline silenziose, sporadiche ma costanti e concentrate nei capitoli centrali. Le tavole sospendono il linguaggio, lasciando la parola ai contorni delle forme che si fanno fluide. Le linee diventano morbide e lasciano percepire il lento e ciclico movimento, sia esso lo svanire della luce aspettando un autobus o il vagare delle nuvole tra i mattoni della città.
Adatto a chi ama: Roma, le stazioni affollate, i fumetti, gli eroi improbabili, le fermate al tramonto e le nuvole.
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