Uno studio condiviso per la neurodiversità
Tra le numerose attività che animano lo spazio ultrablu, il nucleo principale risiede nell’atelier: uno studio condiviso per autori neurodivergenti e un laboratorio in continuo fermento, dove i linguaggi e gli immaginari prendono forma.
Qui, giovani e giovanissimi autori, emergenti e con neurodivergenza, sviluppano una propria ricerca in diversi ambiti della creatività, muovendosi tra collage, pittura, scrittura, disegno su carta e in digitale, fumetto, video e animazione – tecniche e media che testimoniano la multidisciplinarità che si può sperimentare all’interno dell’atelier ultrablu.

↑ ritratti zoologici di Andrea Calcagno
Attualmente, il range d’età dei membri oscilla tra i 14 e i 30 anni, un dato che caratterizza l’associazione come luogo “in” e “di” formazione, alimentato sia da creativi che ancora devono codificare un proprio linguaggio, sia da autori in cui già emerge una cifra stilistica definita. Questo fattore anagrafico testimonia il potenziale che ultrablu può mettere in campo nel sostegno di percorsi non ancora giunti a maturazione ma che sono promettenti in una prospettiva di medio e lungo raggio.
Il ruolo dell’atelier è allora funzionale sia a moltiplicare relazioni e condivisioni, sia ad assicurare uno spazio franco e aperto di maturazione e di lavoro per persone con neurodivergenza.
→ estratto del libro ‘Me lo dirai che sono…?’ di Lorenza Turchini




↑ in ordine da sinistra a destra Elena, Camilla, Francesco, tre artisti dell’atelier
Nell’atelier ultrablu non ci sono tutor né gerarchie, non c’è controllo dall’alto né intervento esterno sui processi e sulle opere prodotte.
Fuori da logiche medicalizzate, assistenzialiste e lontano dalle metodologie di arte-terapia, ultrablu crea un ambiente propizio all’espressione degli autori che lo frequentano, che siano essi neurotipici, nello spettro autistico o con altre neurodivergenze, nella convinzione che la diversità – largamente intesa – sia una risorsa naturale e costitutiva dell’essere umano.
La coesistenza non mira a uniformare le differenze, anzi, intende partire da esse per lasciarle emergere nella loro autenticità e complessità. Ogni autore sviluppa autonomamente un percorso a partire dalle proprie inclinazioni, lavorando in un contesto osmotico in cui scambiare stimoli e poter anche avviare collaborazioni spontanee con gli altri. ultrablu in quanto laboratorio sperimentale non si configura allora come una “scuola”, non ha un approccio verticistico e unidirezionale, ma predispone uno spazio di apprendimento inter pares e “autoeducante”.
A posteriori, i lavori vengono catalogati e archiviati dai collaboratori d’atelier (Laura Cagnoni, Giacomo Calderoni). I due artisti hanno un ruolo plurale all’interno di ultrablu, poiché forniscono supporto tecnico e logistico alle attività ma conducono in sede anche una ricerca individuale – tra pittura, illustrazione, animazione e fumetto. Essi condividono lo studio con gli autori con neurodivergenza, attuando nel pratico la convivenza delle diversità che ultrablu promuove.
→ disegno di Simone Cassese
